Genitori…si cresce

Parliamo di psicologia perinatale,  un ambito lavorativo a cui sono particolarmente legata.

Questa branca della psicologia si occupa di tutta la gamma di fenomeni che si articolano intorno all’evento nascita, con l’intento di sostenere tanto il singolo genitore quanto l’intero nucleo familiare ad affrontare un momento della vita estremamente delicato che coinvolge gli individui e le loro risorse a molteplici livelli.

Lo psicologo perinatale ha come obiettivo la promozione e la tutela del benessere di tutti i componenti e relativi livelli relazionali del neonato nucleo familiare.

Si occupa di questo a partire da quando l’idea di avere un figlio è, appunto, solo un’idea o un desiderio, a volte difficile da raggiungere, passando per quelle situazioni in cui il test positivo è una sorpresa inaspettata, più o meno felice, fino alla nascita e ai primi anni di vita insieme. Il singolo genitore o la coppia può sentire il bisogno di affidarsi ad uno psicologo perinatale in qualsiasi momento di questo percorso, sia che ci si ritrovi ad affrontare situazioni patologiche (infertilità, PMA, malformazioni fetali, lutti perinatali, nascita pre-termine o ricovero in TIN, patologie neonatali, parto complicato e/o violenza ostetrica; depressione post partum materna e/o paterna o altra psicopatologia, etc.) che in condizioni di completa fisiologia

Il periodo perinatale si configura come un tempo della vita eccezionalmente trasformativo e vulnerabile al di là dell’eventuale presenza di complicazioni. 

Si tratta di un momento di rivoluzione in cui ci si ritrova inevitabilmente a mettersi in discussione nel rapporto con se stessi, con il proprio corpo, con il partner e in generale nelle relazioni con gli altri, nel rapporto con i propri genitori, nella progettualità quotidiana e a lungo termine. Tutto ciò accade di per sé quando si ha a che fare con l’arrivo di un nuovo essere umano nella propria vita, con tutto il carico di esigenze di cura dal punto di vista fisico ed emotivo, portandosi dietro un turbinio di emozioni spesso inaspettate. Infatti l’immagine della genitorialità (e soprattutto della maternità) veicolata dalla società in cui viviamo è spesso spogliata di tutta una parte di sensazioni che fanno parte del pacchetto: ansie, paure, dubbi, confusione, incertezze e, ciò che più di tutti generalmente spaventa in particolare le madri, rabbia e sentimenti di ambivalenza verso il bambino. Oltre al bombardamento di informazioni su cosa si dovrebbe e non dovrebbe fare e su come ci si dovrebbe e non dovrebbe comportare per essere “perfetti genitori”. 

Essendo irrealistica anche solo l’idea di un “perfetto genitore” tanto meno può esisterne la ricetta.

Esistono boe di riferimento, indicazioni da indossare ritagliandole sulle proprie forme e misure, non manuali di istruzioni da seguire pedissequamente, non soluzioni adeguate per tutti i nuclei familiari, laddove la genitorialità è qualche cosa che parla la lingua di specifici individui che costruiscono la propria relazione con e sulle proprie peculiarità, risorse e vulnerabilità nel proprio caratteristico ambiente di riferimento. Può capitare, allora, che il normale senso di inadeguatezza che si sperimenta nel ritrovarsi ad attraversare la rivoluzione identitaria della transizione alla genitorialità, invece che essere normalizzato, accolto ed elaborato venga amplificato enormemente dalle aspettative irrealistiche a cui i genitori vengono sottoposti da più parti. Questo può alimentare sensi di colpa e solitudine, di cui è importante potersi prendere cura per il benessere tanto dell’adulto che del nucleo familiare e per il sano sviluppo psicofisico del bambino. Quando l’ambiente in cui i neo-genitori si trovano non è adeguato all’accoglimento e al sostegno di questo carico, può essere di aiuto condividere il proprio vissuto con un esperto.

In tal senso la psicologia perinatale assume un importante ruolo in ottica di prevenzione:

➡️  Primaria: lavorando nel pre-parto e a livello di comunicazione al fine di veicolare un’immagine della genitorialità più realistica;

➡️ Secondaria: fornendo spazi di condivisione nel post-parto, grazie ai quali è possibile sia favorire una transizione alla genitorialità sicura e sostenuta (nella stanchezza, insicurezza e ambivalenza del riassetto identitario e familiare) per coloro che necessitano “solo” di sentirsi meno soli, sia per coloro il cui assetto psichico ed emotivo è più suscettibile, permettendo così di individuare ed intervenire precocemente in quelle situazioni maggiormente a rischio di vere e proprie evoluzioni critiche;

➡️ Terziaria: intervenendo nei casi in cui sia già in atto una condizione critica per l’adeguata sintonizzazione tanto con i propri bisogni emotivi quanto con quelli psicofisici del bambino quando non una vera e propria psicopatologia.

Per fare questo, lo psicologo perinatale lavora in rete, collaborando con le altre figure professionali che si occupano della salute di genitori e bambini: ginecologi, ostetriche, consulenti per l’allattamento, pediatri, puericultori, educatori e infermieri professionali.


In conclusione:

✔️Sostenere i bisogni emotivi della neonata famiglia, fin dal test positivo;

✔️Aiutarla ad affrontare ambivalenze ed incertezze, intercettando eventuali evoluzioni psicopatologiche e poter così intervenire tempestivamente;

✔️Accompagnarla nell’attivazione delle proprie risorse uniche e specifiche;

✔️Favorire la transizione da coppia a triade nutrendo nel contempo il legame affettivo fra partner;

✔️Sostenere il genitore nella riappropriazione e sviluppo delle proprie esigenze come individuo e dei propri ruoli (sociali, professionali, etc.);  

Tutto questo concorre alla creazione di un ambiente “sufficientemente buono” per l’instaurarsi di un buon legame di attaccamento e per le potenzialità evolutive sia del bambino che di chi prende cura di lui.

Supportare la transizione alla genitorialità, prendersi cura tanto delle vulnerabilità quanto delle risorse specifiche di ogni nucleo familiare, significa favorire le potenzialità evolutive degli adulti di oggi e di quelli di domani e, perciò, dell’intera comunità.


3jpg

EP - Psicologo Psicoterapeuta Pesaro, 12 Novembre 2020